Silvestrus. De Incarnatione Execrationis Diaboli

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Attraverso la trama sottesa a un intrigo di eventi del passato è possibile scorgere l’annuncio della venuta dell’Anticristo. Sul capo di un infante del Regno dei Franchi Occidentali grava la pesante profezia comunicata in segreto dal vescovo di Rodez a Geraldo di Aurillac, detto il santo, profezia che è stata tramandata fra gli oscuri meandri dell’abbazia di questa fredda cittadina sulle rive del Jordanne. L’oscuro presagio è stato prima vissuto come tormento, nel rapimento estatico, dal vescovo di Rodez, per poi trovare principio del suo compimento nella forma di un’ambigua annunciazione, dal sapore di sopruso, alla vergine designata, a colei che dovrà partorire l’erede delle tenebre. È da qui che in parte si dipanano le oscure tessiture di un passato rimasto taciuto fra intrighi di corte e vecchi segreti di famiglia. Crederemo di aver perso il senno quando, dopo strani riti e sortilegi, ci capiterà di assistere all’amaro concubinaggio fra demoni e mortali, ma riacquisteremo forse un po’ di fiducia e speranza quando le eroiche gesta di un nobile orfano alto-medievale prenderanno a ripercorrere le trame del sacrificio: i rivoli del suo stesso sangue versato su un altare pagano. Raim, così è chiamato dai suoi cari, vivrà la sua avventura con accanto un dio bambino, Abellio, il solo che, mosso da sincera e inaspettata simpatia per l’umano, si prometterà di aiutarlo nella sua difficile esperienza di crescita, avvertendolo, per tempo, degli strani piani di un demone di nome Meridiana. Dal segno di una cicatrice riaffiorerà l’antica congiunzione fra il “mito” e la realtà; ma vivere la contraddizione significa correre il rischio di dissacrare la religione dei propri padri, mettere in discussione Dio e gli dèi e, nel peggiore dei casi, condannare alla disperazione quanti sono stati destinati a varcare la soglia dell’anno Mille.

Categoria Narrativa