Plutarco e l' "Arte di ascoltare"
Sapete quanto è importante ascoltare una persona e quel che ha da dire? Ebbene, può addirittura salvare una vita.
Plutarco, nei suoi “Moralia”, una serie di trattati composti o da lui in persona o da suoi allievi, inserisce un opuscolo sull’“Arte di ascoltare”. Si tratta di un breve scritto dedicato al giovane Nicandro, in cui Plutarco lo invita ad ascoltare correttamente le parole del maestro: infatti, l’allievo deve farle proprie, ma non per questo non deve vagliarle con la forza della ragione. Plutarco incoraggia così Nicandro al pensiero critico: dall’ascolto deve derivare un ragionamento proprio e, a volte, opposto a quello del maestro.
Il trattatista greco dimostra così una grande umiltà: egli non vuole allievi passivi, ma che sappiano ragionare con la propria testa. L’ “Arte di Ascoltare” dovrebbe essere quindi considerato come un trattato di pedagogia.
Ma attenzione: non è rivolto solo all’alunno, ma anche all’insegnante: egli deve infatti fare un grande atto di umiltà nell’ammettere che l’allievo potrebbe non essere d’accordo con lui.
La modernità di questo testo è enorme e dovrebbe far riflettere tutti gli insegnanti: la pedagogia, il saper insegnare, non è riempire l’alunno di nozioni, ma il trarre fuori dalla sua testa il pensiero critico, che, a volte lo porta a essere in disaccordo con l’insegnante stesso.
Quante volte nelle nostre istituzioni scolastiche succede il contrario!
A volte, invece di stimolare il libero pensiero, si preferisce un nozionismo vuoto, ossia un “quello che dice la professoressa/professore è legge” e non si va oltre, anzi, gli approfondimenti personali vengono spesso stigmatizzati come “voglia di farsi vedere”.
Come si diceva, Plutarco non ci insegna solo ad ascoltare passivamente, come se fossimo degli studenti davanti a una noiosa lezione, ma a far proprie le parole del maestro e invita a fare una riflessione critica su di esse.
Quando avverrà questo nelle scuole/università, dove gli studenti sono spesso e volentieri “ascoltatori passivi”?
Articolo di Marco Canonico