Pieter Paul Rubens, il più grande tra i Fiamminghi
Pieter Paul Rubens nasce a Siegen, in Westfalia, il 28 giugno 1557, ed è considerato senza ombra di dubbio il più grande pittore fiammingo di tutti i tempi. Il suo talento è evidente fin dalle prime fasi della sua vita, ragion per cui il percorso d’artista diventa la missione della sua vita. La sua formazione è estremamente varia e complessa, tuttavia forte è l’influenza della pittura italiana in particolare di Tiziano, Tintoretto e Veronese, che può contemplare durante il suo viaggio di formazione. Una volta tornato in patria Rubens si mette subito al lavoro, il suo stile si caratterizza per l’armonia tra la pittura italiana dei suoi modelli quindi il disegno, il colore e un’attentissima analisi dei particolari. Raggiunge presto la fama e la gloria non solo in patria, ma anche nell’intera Europa. La sua pittura si caratterizza per grandi composizioni animate da un convulso agitarsi di personaggi e per i colori intensi e pastosi, i quali plasmano le figure donandole un senso di drammaticità e teatralità. La morte lo porta via con sé il 30 maggio 1640.
“Morte di Ippolito”: In questa tela, sebbene di piccole dimensioni, viene espresso tutto il talento e il senso artistico di Rubens, non a caso infatti si considera il quadro una delle sue opere più celebri e rinomate. L’artista riesce dunque a dipingere, sebbene lo spazio ridotto, la grandiosità di una narrazione epica densa di pathos. La scena raffigurata riguarda la morte di Ippolito, figlio di Teseo e di un’amazzone, che viene ingiustamente ucciso da quest’ultimo a seguito di una falsa notizia giuntagli riguardo la presunta violenza di Ippolito alla seconda moglie di suo padre. I cavalli del suo carro, terribilmente spaventati dall’orripilante comparsa di mostri marini, si impennano e travolgono Ippolito facendolo sfracellare sugli scogli. L’artista organizza la composizione lungo l’asse diagonale del vertice sinistro in basso dando luogo così a un forte dinamismo. La possente muscolatura del protagonista è un chiaro rimando all’influenza italiana, in particolare in questo caso a Michelangelo. L’uso forte e violento del colore rimanda invece a Caravaggio; infine la natura in riva al mare ritratta con serena compostezza e ricchezza di particolari rimanda alla tradizione fiamminga tanto cara a Rubens.