L’arazzo di Bayeux, un capolavoro inedito

La storia dell’arte è senza ombra di dubbio una delle materie più affascinanti che ci possano essere, grazie a quest’ultima difatti si può sia viaggiare con la mente sia esplorare il lato intimo e privato di un artista. Va detto però che la disciplina artistica non si occupa solo di quadri, ma anche di mosaici, ceramiche e arazzi. Ogni storico e amante dell’arte non può non venire a contatto con un capolavoro del XI secolo, che allo stesso tempo ci racconta sia le vicende storiche sia usi e costumi. Di che cosa sto parlando? Dell’arazzo di Bayeux, andiamo a scoprirlo insieme. L’arazzo di Bayeux è un tessuto ricamato e realizzato in Normandia, precisamente nella seconda metà del XI secolo, il quale ci descrive la conquista dell’Inghilterra da parte dei Normanni e della celeberrima battaglia di Hastings del 1066. L’arazzo ha come fine quello di creare una convivenza pacifica tra i normanni ed il popolo anglosassone, non è un caso dunque che rispetto ad altre fonti dell’epoca viene descritto con occhio positivo sia Aroldo e re Edoardo, due anglosassoni, sia Guglielmo il conquistatore, noto condottiero normanno. Dunque ciò sta a significare che molti settori del regno anglo-normanno hanno effettivamente cercato di sanare le divergenze tra i due popoli ed allo stesso tempo avviare una vera e propria integrazione. Come brevemente accennato all’inizio l’arazzo di Bayeux ha un valore storico documentario unico, dal momento che grazie ad esso è possibile venire a conoscenza della Normandia e dell’Inghilterra dell’XI secolo. Questo capolavoro artigianale si basa sulla giustapposizione di nove pezze di lino di lunghezza che oscilla tra 2,43 ed i 13,90 metri e larghe all’incirca 50 centimetri, il tutto ricamato con un pregiato filo di lana in ben nove tinte naturali. La sua impostazione è articolata in una serie di azione intrecciate tra di loro, dove si possono contare la bellezza di ben 126 personaggi diversi, ogni scena comunque è arricchita da una spiegazione in latino. Sfortunatamente non è stato ancora chiarito chi sia stato il committente visto che il substrato culturale connotava allora le due nazioni della Manica. In questo arazzo è descritta l’invasione dell’Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore, nella prima parte Aroldo è rappresentato presso la corte del re Edoardo, con atteggiamenti tipici dell’aristocrazia come le cacce e i banchetti. Successivamente Aroldo viene fatto prigioniero dai Normanni e deve partecipare con loro alla spedizione, nella quale si mostra valoroso tanto da salvare gli uomini di Guglielmo caduti in un’imboscata presso il fiume Couesnon. A seguito di quest’atto Aroldo è nominato cavaliere. La scena 23 del giuramento insieme alla mano di Dio, scena 26, che indica il luogo di sepoltura di re Edoardo, l’abbazia di Westminster, sono le uniche di tema sacro in un’opera sennò completamente laica. Infine l’arazzo ci offre ai nostri occhi una descrizione di questi eventi storici da un punto di vista davvero neutrale, essendo il fine di quest’opera predisporre alla convivenza i due popoli, ma se lo si guarda più attentamente con i panni di uno studioso si può capire che dietro questo capolavoro vi si cela un’ulteriore messaggio: la critica e la sfiducia verso il mondo laico-aristocratico e i suoi valori che possono appunto sfociare in guerre e saccheggi proprio come in questo caso, i quali andrebbero a minare i sacri valori cristiani di pace e armonia.