La poesia senza forme

Vi voglio raccontare una storia, che saprà un po’ di racconto alla Stephen King, come It e il suo club dei perdenti, per esempio.

Ma prima dobbiamo fare un lungo preambolo: i Formalisti Russi, specialmente Jakobson tentarono di dare netti confini alla letteratura, salvo poi scoprire che quei confini erano labili tanto quanto quelli cinesi.

Ma in sintesi, cos’è la letteratura?

Jakobson ricorda che il grande scrittore russo Boris Pasternak era attratto dall’irrimediabile poeticità degli orari dei treni.

Il filosofo tedesco Martin Heidegger risponderebbe che Pasternak era in pieno “pensiero poetante”, che io personalmente ho sempre condiviso a stento.

Ma torniamo alla mia storia: negli anni ’90 nel mio quartiere c’era un parco che oggi non esiste più, era pieno di erbacce, i drogati ci andavano per farsi una pera d’eroina e nessuna mamma avrebbe portato il suo bambino a giocare in quel luogo.

Ma io ero incredibilmente attratta da quel parco, così ci portai una mia amica a giocare, promettendole che sarebbe stata un’avventura. Con la connivenza di sua madre, la mia amica, che non amava le avventure, si tirò subito indietro e mia madre fu costretta a fare lo stesso, sgridandomi.

Ma perché ero così attratta da quel parco?

Forse, l’ho capito leggendo la Lettera sull’umanismo di Heidegger, quando parla di lichtung (letteralmente radura), il punto dove si rivela pienamente l’essere.

Forse quel luogo era la mia lichtung, ma non vorrei divagare, fatto sta che quel posto trasudava letteratura e poesia da tutti i suoi angoli.

Ludwig Binswanger la chiamerebbe “intuizione categoriale”, per cui il poeta vede oltre l’uso comune.

Ma ancora non ero una poetessa (ufficialmente non lo sono tutt'ora), dato che ho cominciato a scrivere a 21 anni, ma solo per lusus personale.

Eppure, inconsapevolmente mi avvicinavo a tale titolo, per due ragioni: la poesia osa dove non dovrebbe andare, la poesia non si limita al mero foglio bianco.

La poesia è una chiesa vuota, è una secca sul mare, è una pineta abbandonata.

Quindi, perché rinchiuderla in stagnanti categorie?

 

Larissa Gaudi