Il bene e il male: una lettura nietzschiana di… Berserk

“Io detesto i deboli!”

Questo è ciò che afferma Gatsu, guerriero con capacità sovrannaturali, protagonista del manga Berserk del mangaka Kentaro Miura, recentemente scomparso.

In effetti, nel primo volume del Manga Gatsu si comporta come un essere amorale: per esempio tratta l’elfo Pak (forse un richiamo dello shakespeariano Puck?) in maniera molto violenta e, proprio in quell’occasione, pronuncia la frase d’esordio dell’articolo.

Gatsu potrebbe apparire come il classico antieroe, né bianco né nero; eppure non è intenzione di questo scritto dare classificazioni moralistiche al personaggio, poiché non si parlerà tanto di Manga in questo articolo, ma di filosofia: per anticipare ciò che verrà esposto tra qualche riga, Gatsu è colui che, secondo la prima dissertazione di Nietzsche in Genealogia della morale, dà la nomenclatura di buono, in quanto lui è un guerriero e un dominatore.

“E se dunque fosse vero che, se il grado di potenza e di splendore del tipo uomo non è stato raggiunto mai, la colpa è della morale? E se dunque proprio la morale fosse il pericolo dei pericoli?”

F.W. Nietzsche – Genealogia della morale

A questo punto è necessaria una piccola digressione sulla gestazione dell’opera nietzschiana: essa prende le mosse da uno scritto precedente del filosofo, Al di là del bene e del male – preludio di una filosofia dell’avvenire (1886), ma soprattutto da alcuni scritti di psicologi positivisti inglesi, i quali, da buoni darwinisti, vedevano nell’utile e nel pratico il vero “atto morale”.

Nietzsche, da vero “cercatore della conoscenza” (lo dirà egli stesso nella prefazione a Genealogia della morale) si propone di scrivere una “storia della morale” a partire dai tempi più remoti. Il libro è diviso in tre grandi dissertazioni e, come si accennava in precedenza, la prima tratta i concetti di “buono e cattivo” e di “bene e male”.

Come si è detto, Nietzsche afferma che fin dall’antichità chi dettava ciò che era buono e ciò che era cattivo, ciò che era bene e ciò che era male erano gli aristocratici, i dominatori, i guerrieri; l’asservimento, l’obbedienza cieca e, soprattutto, la pietà erano tipici della “morale degli schiavi”, mentre la lotta, la supremazia e la contesa erano tipici della “morale dei guerrieri”. Se si volesse prendere due personaggi dell’Iliade come paradigma, si potrebbe dire che Achille è il prototipo del guerriero, mentre Tersite dello schiavo.

Tornando a Berserk, la frase di Gatsu assume ora un significato particolarmente pregnante: egli è un aristocratico nel senso nietzschiano del termine, un dominatore e come tale detesta i deboli, gli “schiavi”, coloro che esercitano la “virtù” della pietà come l’elfo Pak.

Gatsu si muove in un Medioevo immaginario di carattere feudale, in cui il feudatario è un monaco: nella figura del feudatario si può scorgere tutta l’ipocrisia della morale cristiana, contro cui Nietzsche si scaglia.

“La morale in quanto conseguenza, sintomo, maschera, ipocrisia, malattia o malinteso.”

F.W. Nietzsche – Genealogia della morale

Gatsu combatte contro un mostro alla fine del primo volume; tuttavia, si scopre che il feudatario – monaco manda vittime al mostro, affinché esso possa nutrirsi. Lo scopo del feudatario è chiaro: egli vuole proteggere la città dall’essere mostruoso, ma a discapito di vite umane. Ecco l’ipocrisia della morale predicata dal monaco!

Inoltre, gli abitanti della città in cui Gatsu si trova costretto a soggiornare rappresentano la morale di gregge descritta da Nietzsche: obbedienti, mansueti, pietosi, ma soprattutto ipocriti. Se Gatsu è un aristocratico, un personaggio al di là del bene e del male, gli altri fanno tutti parte di quella “morale gregale” descritta da Nietzsche.

Infine, vorrei concludere con una frase che Gatsu dice al feudatario: “Si vive una volta sola.” Non c’è Paradiso né Inferno e, come dice il filosofo tedesco in Così parlò Zarathustra (1885), bisogna rimanere attaccati alla terra e a non credere a chi ci parla di cose celesti.

 

Larissa Gaudi

 

Nota: queste considerazioni si riferiscono al volume iniziale della saga di Berserk.