I giardini di Würzburg

La residenza di Würzburg è un palazzo situato nella omonima città in Germania. Il palazzo viene progettato dal più celebre architetto del barocco Johan Balthasar Neumann per volere del principe vescovo Johann Franz von Schönborn e di suo fratello Frederich Carl nel 1720, i lavori avranno fine nel 1744. All’interno è possibile ammirare meravigliosi affreschi realizzati dal pittore veneziano Tiepolo con l’aiuto di suo figlio Giandomenico, ma non solo, anche la monumentale scalinata, la cappella ed il salone. Purtroppo durante la fine della Seconda Guerra Mondiale l’edificio subisce enormi danni a causa di un raid aereo e solo successivamente si è potuto dare avvio ai lavori di restauro. L’edificio si presenta con una grande pianta rettangolare lunga ben 167 metri e larga 97 più un ulteriore spazio dedicato al giardino. 

Il complesso ha una struttura ad U e racchiude al suo interno ben quattro cortili nelle ali laterali e due più piccoli nella parte centrale, oltre ad una serie di edifici esterni al palazzo, i quali avevano lo scopo di accogliere gli uffici della diocesi; l’intero complesso è dotato addirittura di ben 400 stanze. All’esterno si ha un immenso giardino chiamato “hofgarten” realizzato ovviamente secondo i criteri dell’epoca, mentre nell’ala sud-occidentale si trova la “hofkirche”, una chiesa realizzata in stile barocco con stucchi e pulpito di artisti italiani. Nel piano inferiore dell’edificio si ha il vestibolo dove la caratteristica dominate di questa sala è il contrasto, che una volta entrati si viene a creare con il soffitto, il quale è molto ribassato rispetto alle altre stanze questo per far sì che vi sia uno spazio maggiore alla sala sovrastante. La volta è assolutamente un capolavoro dell’ingegneria infatti quest’ultima non si regge su altri pilastri, ma solo su quelli laterali e si dirama su una vasta superficie. L’area del vestibolo serviva per l’ingresso delle carrozze e conduceva direttamente ai piani superiori dell’edificio. Si trovano poi delle meravigliose decorazioni neoclassiche create da Ludovico Bossi, che come si può notare dalle date 1765-1766, sono successive alla fine dei lavori per ultimare la costruzione. Non finisce qui: vi sono anche delle Grisaille a trompe d’oeil (Si tratta di una decorazione o pittura fatta a monocromo in particolare per quanto riguarda le sfumature di grigio). realizzate da Anton Ermeltraut raffiguranti le fatiche di Ercole, ma non solo anche statue marmoree dove vi sono dipinte Minerva e Bellona poste in due nicchie e realizzate da Peter Wagner. L’esempio per eccellenza del Rococò tedesco è lo scalone d’oro, realizzato allo scopo di condurre presso i piani superiori dall’architetto Balthasar Neumann. Una rampa centrale, partente dal basso, conduce ad un pianerottolo, dal quale si diramano due scalinate parallele recanti al piano superiore. Il soffitto viene decorato dalla mano di Tiepolo volutamente fatto chiamare da Venezia per realizzare i lavori tra il 1752-1753 con la collaborazione di suo figlio Giandomenico. Tiepolo dipinge con grande sapienza e maestria le allegorie dei continenti allora sconosciuti quali l’America, L’asia e L’Africa, mentre l’Europa viene posta al centro per essere glorificata insieme alla diocesi di Würzburg come il Centro di tutte le arti. Il dipinto si estende per una superficie di ben 670 metri-quadrati non è un caso infatti che risulti essere il più grande affresco da soffitto al mondo, e tutta l’opera si fonde in un unico cielo popolato da dèi dell’antichità e di figure allegoriche. La sala bianca invece, realizzata in un raffinato stile Rococò, si caratterizza per i leggeri stucchi di colore bianco su uno sfondo grigio eseguiti nel 1744 da Antonio Giuseppe Rossi dove sono raffigurati motivi vegetali tipici dei decori su roccia e dei trionfi militari.  

La sala imperiale è una tra le più grandi sale di tutto l’edificio ed anche ovviamente la più decorata. Le pareti sono ricoperte da preziosi stucchi dai toni rossi, bianchi e gialli realizzati da Antonio Bossi nel 1751. Nella volta della sala poi, riccamente decorata con stucchi dorati su fondo bianco, emergono degli affreschi compiuti nel 1752 da parte di Tiepolo, i quali ci illustrano la storia della diocesi di Würzburg. Uno dei dipinti raffigura il matrimonio tra Federico Barbarossa e la principessa Beatrice di Borgogna celebrato proprio dall’arcivescovo di Würzburg. Invece nella parte opposta della sala si ha la rappresentazione dell’imperatore Federico II di Svevia mentre sta conferendo il titolo di duca di Franconia al vescovo di Würzburg. Gli appartamenti di stato sono posti in file laterali rispetto al corpo centrale, la più ricca di queste sale è il gabinetto degli specchi, le cui mura sono composte interamente di pannelli di vetro decorati con tenue pittura a stampo cinese. La cappella di corte rappresenta uno dei primi esempi in Germania dello stile Barocco utilizzato nell’abito di opere sacre. I lavori per la struttura hanno inizio nel 1735 ed hanno fine nel 1743 grazie alla mano dell’architetto Lucas von Hildebrandt rivale del celebre Balthasar Neumann.

All’interno abbiamo muri curvi e volte con tre ingrandimenti ovali, oltre alla presenza di stucchi e dorati di Antonio Bossi e di Johann Rudolf Byss, i quali rendono il luogo più maestoso. Procedendo si possono ammirare poi due dipinti su altari laterali rappresentanti la “Caduta degli angeli” e “l’Assunzione” realizzata da Tiepolo.

Infine una volta terminata la visita dell’edificio comincia quella dei maestosi giardini voluti dall’arcivescovo Adam Friedrich von Seinsheim, il quale chiama a sé il progettista di giardini boemo Johan Mayer. Mayer decide dunque di suddividere il terreno in una serie di aree a loro volta suddivise in un numero di tre maestosi spazi i quali in seguito prenderanno il nome di giardino orientale, giardino medievale e ciò che resta viene adibito a piccolo giardino.  Non finisce qui, il progettista boemo infatti riempie il parco di molteplici piante da frutta insieme a lunghi filari di bosco e pergolati, infine il giardino verrà anche dotato di un’orangerie ovvero un giardino invernale.