Giuseppe De Nittis, il pittore prediletto della borghesia francese

Quando parliamo della Belle Époque è naturale pensare subito agli impressionisti e quindi alla loro rivoluzione pittorica apportata nel campo dell’arte. Spesso però si cade in inganno perché anche il fenomeno dell’Impressionismo non è ascrivibile alla sola Francia, anzi lo si può definire una corrente europea, solo che a seconda della nazione ha assunto un nome diverso. Qui entra in gioco il pittore che intendo menzionare ovvero Giuseppe De Nittis. Egli nasce a Barletta nel 1864 e fin da subito il suo talento per l’arte è evidente, tanto è vero che nessuno in famiglia fa obiezioni quando il ragazzo decide di frequentare l’accademia di belle arti: tuttavia oltre al talento De Nittis si caratterizza per un carattere assai focoso. Non è un caso infatti che poco tempo dopo l’iscrizione all’accademia venga espulso per insubordinazione e ribellione alle autorità. Nel 1867 è così costretto, se vuole imparare la professione di pittore, a recarsi a Firenze, allora polo delle idee più avanguardiste nel campo artistico-letterario. Fortuna vuole che riesca ad entrare in contatto con la corrente dei Macchiaioli, dimostrando subito la sua particolare predisposizione per un vedutismo di taglio molto realistico, in particolare per quanto riguarda i vari aspetti della vita quotidiana. Il successo che riscuote con i macchiaioli diventa così per De Nittis un trampolino di lancio per la sua carriera ed un buon biglietto da visita che può ben esibire dopo il suo trasferimento nella capitale francese. Il talento e la sua apertura a fare nuove amicizie fa sì che l’artista si integri assai bene nell’ambiente della ricca borghesia intellettuale di Parigi, che ammaliata dalle sue opere lo erige a suo artista preferito. Questo però lo allontana dalla vena più schietta e semplice della pittura impressionista, facendogli dunque prediligere una produzione più accademica. La morte lo porta via con sé nel 1884. 

“Colazione in giardino”: Questa tela realizzata nel 1883, si riallaccia ad un tema caro all’Impressionismo, tanto è vero che i rimandi alla “Colazione sull’erba” di Manet ed alla “Colazione dei canottieri” di Renoir sono a dir poco palesi. L’opera che venne esposta al Salon e riscosse un successo enorme, difatti è considerata la più emblematica e significativa del maestro senonché il suo testamento pittorico. La moglie Leontine ed il figlio Jacques sono ritratti al tavolo della colazione nel giardino di casa. La composizione, assai equilibrata, mostra una vibrante controluce, nella quale è evidenziato il verde intenso dell’erba, qua e là punteggiato da anatre situate nei pressi del piccolo laghetto artificiale situato a sinistra. La moglie è completamente immersa in una zona d’ombra, dalla quale comunque presta attenzione al bambino, il quale offre con dolcezza qualche briciola ai volatili. L’apparecchiatura, con i cristalli, le porcellane, che brillano di luce, è l’esempio del perfetto virtuosismo tecnico di De Nittis. Infine si può dire che la tela rimanda ad un’ideale di vita tranquillo, piccolo borghese, lontano dal tumulto impressionista dei colori e delle passioni.