Gerolamo Induno: la pittura storica italiana prende vita
Gerolamo Induno nasce a Milano, precisamente il 13 dicembre 1827. Egli fu per tutta la vita uno tra i maggiori rappresentanti della pittura storica italiana, se non il più importante. Partecipò poi ai moti risorgimentali, prendendo parte alla difesa di Roma nel 1848, alla spedizione in Crimea e infine seguì Garibaldi nella celebre impresa dei Mille. Fu molto sensibile ai modi di Hayez, che considerò sempre il suo più grande maestro, tuttavia si dedicò anche a temi secondari quali la pittura di genere. In questo modo dunque seppe calare nelle scene di vita semplice, ambientate presso gli strati più umili della società, i grandi temi patriottici. Morì a Milano il 19 dicembre 1890.
“Triste presentimento”: Quest’opera, realizzata nel 1862, risulta essere una delle più significative e celebri del maestro milanese. Non è un caso infatti che vi ricorrono molte tematiche care a Induno. Seduta sul letto, vestita con una sgualcita camicia da notte vi è raffigurata una giovane fanciulla, a piedi nudi, con un atteggiamento triste e pensieroso. Molto probabilmente sta pensando al suo amato, lontano da casa, la cui immagine è racchiusa in un medaglione. La stanza, assai povera e modesta, è ravvivata dalla coperta a fiori e rischiarata dalla luce del giorno, che penetra dalla finestra sul lato destro. Alla parete di fianco al camino è possibile notare una stampa incorniciata, che riproduce il celeberrimo “Bacio” di Hayez. Lo stesso bacio con molta probabilità si sono scambiati i due innamorati, ovvero la giovane fanciulla triste e pensosa e il suo amato, che è lontano da lei e che combatte sia per la libertà sia per l’indipendenza della patria. Un busto di Garibaldi poi, situato nella nicchia e una stampa tratta dalla rivista del tempo, attaccata alla parete scura della finestra, sono un chiaro rimando all’epopea garibaldina vissuta dal pittore proprio in prima persona. Infine si può tranquillamente affermare che il dipinto è un veicolo di trasmissione degli ideali risorgimentali celati in una scena di genere.
Articolo di Severiano Scarchini