Georges Bizet, il musicista francese per eccellenza

Quando pensiamo alla Francia della Belle Époque il nostro pensiero corre veloce all’arte, in particolare all’Impressionismo e alla letteratura, vedi Zola e Maupassant, poco spazio invece viene dato alla musica, ed è un grave errore perché non dimentichiamoci che la Belle Époque fu una rivoluzione totale, la quale appunto abbracciò ogni ramo della società e della cultura. Quindi quando parlo della musica durante la Belle Époque qual è il rappresentante più significativo? Be’ andiamo a scoprirlo insieme. Georges Bizet nasce a Parigi nel 1837 in una famiglia legata assai alla pratica musicale, ragion per cui non sorprende più di tanto il fatto che il piccolo Georges mostri uno spiccato interesse e soprattutto talento per la musica. Dopo aver appreso le basi di questa arte sia in casa sia grazie a maestri nel 1857 si impone tranquillamente all’Accademia dove vince il prestigiosissimo Prix de Rome. Dopo essere tornato in patria decide di dedicarsi alla composizione, tuttavia affermarsi nell’ambiente del teatro musicale non fu facile e va detto che non riuscì mai del tutto. Spesso difatti venne afflitto da crisi di sfiducia e depressione, ma, nonostante ciò Bizet è riuscito a tramandare ai posteri ben sette opere e una musica di scena. La fama internazionale riesce ad arridergli grazie alla celeberrima opera intitolata “Carmen”, che fu particolarmente apprezzata a Vienna e non in patria. Sfortunatamente la morte lo porta via con sé nel 1875, non potendo così assistere alla rivalutazione della sua “Carmen” da parte del pubblico parigino.

“Carmen”: Quest’opera, composta a cavallo tra il 1873 ed il 1874, rappresenta una vera e propria svolta nella storia dell’opera comique. La crudezza drammatica della storia, la rappresentazione della morte in scena, l’aver dato importanza e allo stesso tempo una grande rilevanza ad una semplice gitana sono i motivi per cui l’opera non venne particolarmente apprezzata in patria, sebbene ripetiamo ebbe un successo enorme a Vienna. Inoltre va detto che la “Carmen” fu giudicata scandalosa ed immorale. In ambito prettamente tecnico e non solo si può tranquillamente constatare che tutto ciò che era accademico e convenzionale veniva completamente spazzato via come una tempesta da un segno nitido, preciso, a volte tagliente, tipico di Bizet, il quale non ebbe alcun problema ad assimilare componenti operistiche in funzione di una lucida caratterizzazione realistica.