Federico II di Svevia, lo “Stupor Mundi”

Un vecchio detto diceva “la storia la fanno i grandi uomini” ed è proprio vero che nei motti risiede una certa saggezza, difatti senza Pericle, Cesare, Augusto, Carlo Magno, Federico Barbarossa, Carlo V, Federico II di Prussia e Napoleone, solo per citarne alcuni cosa sarebbero mai state quelle epoche? Si potrebbe tranquillamente affermare che sarebbero passate in secondo piano ed alla fine dimenticate. Questo vecchio detto cade, proprio come un abito ben calzato, per quando riguarda Federico II di Svevia. Lo Stupor Mundi è da annoverare tra i più grandi sovrani della storia grazie alla sua immensa cultura, alle sue ampie vedute e soprattutto per un’innata capacità di governo. Federico II di Svevia nasce il 26 dicembre 1194 a Iesi figlio dell’imperatore Enrico VI e di Costanza D’Altavilla. Alla morte dei genitori, secondo il volere della madre, viene affidato alla cura del papa Innocenzo III finché nel 1196 non è eletto re di Sicilia e nel 1212 di Germania. Infine nel 1220 riceve la corona imperiale, questo evento attira su di sé la gelosia ed il timore della curia papale, che anni prima lo aveva educato. Perché questo? Perché con Federico II di Svevia il Sacro Romano Impero Germanico riuniva attorno a se non solo le terre prettamente imperiali, ma anche i possedimenti Normanni come la Sicilia, difatti la madre di Federico era una normanna. Sebbene fosse di origine prettamente tedesca Federico adorerà per tutta la vita la Sicilia, riservando sulla terra materna tutte le cure e attenzioni possibili. Una volta eletto re di Sicilia decide di mettere in moto delle riforme atte a migliorare il regno: riorganizza l’amministrazione accentrando su di sé più potere e sottomette al suo volere i feudatari reticenti, emana la Costituzione di Menfi, uno statuto unico del suo genere, giacché distribuisce le tasse in modo più equo a seconda del proprio reddito. Non finisce così perché lo Stupor Mundi emana un decreto che favorisce le attività manifatturiere e commerciali, che vivranno un’epoca aurea tanto da essere testimoniata dalla creazione della prima moneta d’oro in tutto l’occidente, l’augustale. Federico II di Svevia è una personalità poliedrica e di lui non si ricorda solo le indiscusse doti di sovrano, ma anche la sua vasta erudizione. Sotto il suo regno si sviluppa la scuola medica e vengono fondate le prime università in Italia con l’obiettivo di contrappore una scuola giuridica laica a quella bolognese. Sotto di lui poi nasce la scuola siciliana, la prima forma di prosa e poesia in volgare, che farà da prodromo al futuro dolce stil novo di un certo Dante Alighieri. Poliglotta, lo Stupor Mundi è stato anche un buon poeta e scrittore, coltivò anche la passione per l’astrologia, la geografia e le scienze. Il suo immenso intelletto e rispetto lo portò ad accostarsi persino all’islam, ammettendo alla sua corte sapienti provenienti da ogni regione del Mediterraneo. Questo suo profondo rispetto per l’islam portò a Federico un successo inimmaginabile ovvero un trattato di pace con il sultano A-Malik Al–Kamil, grazie al quale recuperò per i cristiani Gerusalemme, Betlemme e Nazareth senza nessun spargimento di sangue. Sfortunatamente questo acume politico e questa impresa, che avrebbe dovuto dargli la gloria eterna, riconosciuta solo molto dopo, gli causò uno scontro con il papa Gregorio IX, il quale lo scomunicò e gli gettò contro i comuni italiani, sempre inclini all’autonomia e restii all’impero. Lo Stupor Mundi fu veramente vicino a realizzare quel sogno dell’impero, coì tanto caro al nonno Barbarossa, quando a Cortenuova sconfisse sia il papato sia i comuni nel 1237. Federico non poté continuare l’operato dal momento che dovette poi ripiegare in Germania a sedare la rivolta capeggiata da suo figlio Enrico, il quale fu ovviamente sconfitto e privato della corona di Germania che passò al fratello Corrado. Quando lo Stupor Mundi era finalmente pronto a completare il sogno lasciato a metà la morte lo pota via con sé in un freddo giorno di dicembre, esattamente il 13 dicembre 1250 consegnando per sempre Federico alla storia. Con lui infine, si può dire, morirà anche il sogno dell’impero universale e la fazione stessa dei ghibellini.