Federico Barbarossa e il sogno dell’impero

La storia ha sempre avuto alcuni uomini nati per guidarla e consegnare ai posteri il ricordo di leggendarie imprese, tra di essi non si può non annoverarvi Federico Barbarossa. Egli viene considerato tra i più grandi imperatori del Sacro Romano Impero, dal momento che combinava qualità tali da farlo apparire sovrumano ai suoi contemporanei come le sue eccellenti doti organizzative, il suo acume sul campo di battaglia e soprattutto la sua perspicacia politica. Il Barbarossa nasce a Waiblingen nel 1123 discendente dalla nobile famiglia degli Hohenstaufen, la quale impartisce una severa ed austera educazione al proprio rampollo. Alla morte del padre il Barbarossa diviene duca di Svevia ed affianca nella II Crociata lo zio Corrado III. Nel 1152 diviene Imperatore di Germania, acquistando allo stesso tempo il diritto alla corona d’Italia: proprio quest’episodio contribuirà alla fama eterna del Barbarossa. Federico aveva una concezione elevata del potere imperiale e della missione religiosa che vi si collegava, non è un caso dunque che si sentisse vicario di Cristo e guida della città terrestre. Grazie a queste dottrine l’impero cambierà totalmente pelle infatti si costruiranno delle gerarchie di poteri locali in armonia tra di loro sotto però il diretto controllo dell’imperatore. In Italia al contrario regnavano i comuni, i quali avevano usurpato l’autorità regia ragion per cui Il Barbarossa si decise a scendere nella penisola per riportare l’ordine e riaffermare l’autorità regia. Nel 1154 a Roncaglia bandì una dieta dove riferì ai rappresentanti di tutti i comuni le sue vere finalità, si fece poi incoronare re d’Italia a Pavia ed Imperatore dal papa Adriano IV così che quattro anni dopo alla seconda dieta di Roncaglia pretese dai comuni la restituzione delle regalie e l’insediamento in tutte le città di un podestà da lui nominato. Tuttavia cominciava a crescere il contrasto con la chiesa di Roma a causa sia dell’intromissione di Federico nella nomina dei vescovi sia perché quest’ultimo si riteneva superiore al papa. Il papa corse ai ripari e ribadì la sua autorità temporale presso la dieta di Besançon del 1157 e due anni dopo il nuovo papa Alessandro III cominciò a tessere una pericolosa rete di alleanze tra il papato, Venezia, i Bizantini e il re di Sicilia. Preoccupato da tutto ciò il Barbarossa, che nel frattempo era tornato in Germania, scese di nuovo in Italia radendo al suolo Crema e Milano a causa del diniego di queste città verso l’autorità del podestà e riuscì per un breve periodo persino a conquistare Roma. Nel 1167 i comuni si unirono tra di loro dando vita alla lega lombarda e sconfissero l’imperatore a Legnano. Questa sconfitta per certi versi inattesa costrinse Federico a stipulare una pace detta di Venezia tra i comuni ed il papato e successivamente a firmare un’ulteriore pace di Costanza, la quale sanciva il diritto delle regalie ai comuni. Il sogno di Federico sembrava infranto, ma rimaneva comunque la Germania da governare e mantenere ragion per cui nel 1180 tolse ad Enrico II il ducato di Baviera, foriero di ribellioni e nel 1186 con un’abile mossa fece sposare suo figlio Enrico con la normanna Costanza D’Altavilla, erede al trono di Sicilia, così facendo Il Barbarossa, senza colpo ferire, si era aperto la strada per unificare i due regni d’Italia sotto la sua autorità. Postosi alla guida poi della III Crociata, bandita a causa della riconquista musulmana di Gerusalemme, Federico morì annegato sulle montagne della Cilicia mentre tentava di guadare il fiume Saleph, correva l’anno 1187. La sua figura non sbiadì con la morte tanto è vero che in Germania era tenuto in grandissimo onore e si crearono molte leggende attorno alla sua persona una delle quali afferma che il Barbarossa non sarebbe morto, ma si sarebbe solo addormentato insieme ai suoi cavalieri in una caverna delle montagne in Turingia e che quando i corvi avrebbero cessato di volare intorno alla cima, egli si sarebbe destato riportando così la Germania alla sua antica grandezza.