Diego Velázquez, l’idolo di Manet

Diego Velázquez nasce a Siviglia nel 1559 ed è senza alcun dubbio il più grande pittore spagnolo dell’epoca barocca. Fin dai suoi esordi Velázquez mostra una particolare predilezione per una pittura legata alla riproduzione molto realistica e dettagliata sia dei paesaggi sia della figura umana. Questa caratteristica del pittore spagnolo si accentua ancora di più dopo il suo viaggio in Italia a cavallo tra il 1629 e il 1631. Proprio tramite questo viaggio di formazione Velázquez entra in contatto con il tonalismo veneto ed il realismo del Caravaggio, grazie ai quali il pittore si arma di nuovi e potenti spunti, che egli applica in particolare nella ritrattistica, riuscendo ad ottenere un prestigio sensazionale. Dalle tele del pittore emerge dunque con sempre più prepotenza un nuovo senso del vero il quale si caratterizza per una riproduzione autentica e disincantata mirante a cogliere il risvolto umano ed i particolari dello stato d’animo. In questo senso Velázquez è un vero e proprio anticipatore dei tempi: non è un caso infatti che il più noto pre-impressionista Manet ne sarà folgorato e per un periodo la sua pittura si caratterizzerà per un marcato spagnolismo. La fama di Velázquez continua a crescere per tutta la sua carriera rivestendo il ruolo di primo pittore di corte del re di Spagna. La morte lo porta via con sé il 6 agosto 1660. 

“Il principe Baltasar Carlos a cavallo”: Questa tela realizzata tra il 1634 e il 1635 costituisce uno dei fulgidi esempi di come Velázquez abbia sempre cercato di ben bilanciare all’interno della sua opera l’eccellenza del ritratto e la verosimiglianza del paesaggio. Il principe, figlio del re Filippo IV, posa in groppa ad un vigoroso cavallo sullo sfondo di un orizzonte enorme, contro il quale si stagliano le cime della Sierra De Guadarrama. L’elegante abbigliamento del bambino rimanda senza ombra di dubbio al suo lignaggio regale. L’espressione severa nasconde però un fondo di malinconia dovuto agli obblighi di corte, a cui il fanciullino deve sottostare, sebbene la giovane età. Così facendo Velázquez evidenzia una vena riflessiva assolutamente anticonformista rispetto alla magnificenza tipica del Barocco. Infine visto che il dipinto doveva essere collocato in alto la prospettiva del cavallo sembra esageratamente enfatizzata dal sotto in su, quasi come se il destriero stesse per saltare in mezzo agli spettatori. Allo stesso tempo la luce chiara e fredda dello sfondo mostra maggiormente dei particolari risaltandoli con un tocco sciolto e molto libero.