Caspar David Friedrich, il mistico con il pennello

Caspar David Friedrich è stato un pittore tedesco, il massimo esponente dell’arte romantica. La sua vita ha inizio il 5 settembre 1744 a Greifswald, e sarà segnata dal lutto per la morte del fratello. Questo evento tragico influenzerà l’artista interiormente e ne darà prova in molte delle sue opere. Friedrich è l’artista più rappresentativo del “paesaggio simbolico”, difatti baserà tutte le sue tele su un’attenta osservazione dei paesaggi della Germania, ma anche sugli effetti prodotti dalla luce permeandola poi di sentimenti romantici. Egli dunque in arte darà avvio a un’innovazione molto importante ovvero evolvere il paesaggio dalla concezione classica portandolo ad avere in sé il concetto di sublime. La morte lo porta via con sé il 7 maggio 1840. 

“Abbazia nel querceto”: Questa tela, dopo il “Viandante su un mare di nebbia”, è la più celebre e nota dell’artista. Qui Friedrich rappresentò una processione di monaci in un paesaggio assai lugubre, dove tra i resti diroccati di un’abbazia gotica si scorgono le lapidi di un cimitero. Il dipinto testimonia il fascino esercitato sull’artista dal Medioevo, considerato un tempo pieno di magia e spiritualità, tuttavia percepito come un’epoca tramontata quindi avvolta dalla malinconia e da un senso di decadenza e morte. Inoltre gli uomini sono ai margini della tela, quasi avvolti dalle tenebre, poiché stanno a significare tutta la piccolezza e la fragilità del genere umano di fronte alla grandiosità della natura: non è un caso infatti che l’osservatore si senta come smarrito e inquieto. Infine il pittore ci lascia impliciti messaggi all’interno di questo quadro: l’alba resa con pennellate di grigio e rosa è un rimando alla vita eterna, mentre la luna in questo caso si potrebbe intendere come il futuro avvento di Cristo, l’abbazia diroccata invece è un attacco e un’aspra critica alle istituzioni religiose. I tre cerchi della monofora si riferiscono alla Trinità cristiana, nel frattempo le forme delle querce stanno a indicare invece la concezione pagana della vita.

Severiano Scarchini