Beethoven, il titano della musica

La musica ha avuto grandi maestri che hanno composto melodie incredibili e segnato per sempre la storia di questa fantastica disciplina, ma nessuno come Beethoven l’ha influenzata in tal modo. Con questo grande compositore la forza la passione ed il sentire prendono vita negli spartiti e negli strumenti, il pubblico dunque viene travolto da questo impeto, un vero e proprio sturm, che raggiungerà il suo culmine con Wagner. Questo titano, nato nel 1770, inizia a suonare fin da bambino e mostra da subito uno spiccato talento al pari di Mozart. Nel 1792 si trasferisce in pianta stabile a Vienna, dove va prendere lezioni da Hayden, grazie al quale arriverà a possedere in toto le basi che gli permetteranno poi di spiccare il volo verso la gloria. Terminati gli studi insegna pianoforte e diventa un maestro assai richiesto ed allo stesso tempo molto apprezzato. Beethoven si mette in luce per la sua abilità unica nel suonare il pianoforte, non è un caso infatti che comporrà nell’arco della sua vita ben 32 sonate e molti brani tra cui “Il chiaro di luna”, ed “Il brano per Elisa”. Beethoven comunque compone anche pregevoli musiche da camera, tra le quali spicca “La sonata per violino e pianoforte numero 5”. Beethoven è purtroppo tormentato da una grave malattia che lo renderà completamente sordo ed a seguito della quale deve porre fine alla sua carriera finché la morte non lo porta via con sé nel 1827.

Beethoven, il titano della musica: questa celeberrima sinfonia di 4 movimenti, che dura per più di un’ora, viene realizzata a cavallo tra il 1802 ed il 1804. All’inizio la sinfonia è dedicata a Napoleone, ma in seguito ne resta talmente deluso che ne cancellerà la dedica. L’“Eroica” introduce al terzo movimento, il cosiddetto scherzo, un’invenzione propria del compositore, che va a sostituire il minuetto settecentesco, presente nelle sinfonie di Haydn e Mozart. Lo scherzo si caratterizza per il metro a ¾, tuttavia è molto più veloce e frenetico.

“Quinta sinfonia”: in questa realizzazione Beethoven parrebbe voler mostrare gli sbalzi d’umore assai tipici del suo carattere, ma mostra anche le difficoltà dell’Austria dopo le guerre napoleoniche. Queste difficoltà sono evidenti nel primo movimento, mentre nell’ultimo c’è una soluzione ai problemi.

“Nona sinfonia”: si tratta di una lunga composizione, che rispetto alla tradizionale sinfonia, non è destinata alla sola orchestra. Nel quarto movimento non è un caso che è presente proprio l’intervento della voce. Le voci difatti intonano il testo “Inno alla gioia”, preso da un testo di Frederich Schiller. Il brano canta la fratellanza e la solidarietà che dovrebbero esserci tra gli uomini.